In Italia la pesca con le tonnare volanti è la più produttiva del panorama mondiale. Infatti la sola provincia di Salerno detiene il primato della pesca del più pregiato tra i tonni, il Tonno Rosso (blue fin tuna in inglese) Tra Salerno e Cetara è concentrata la maggior parte della flotta di tonnare volanti più importanti d’Europa.
Il tonno bianco viene pescato nel Mediterraneo, ha carni più bianche (rosate) rispetto al tonno rosso. La sua colorazione bluastra sul dorso e bianca sul ventre e ha due pinne laterali più lunghe da cui prende il nome.
A Cetara, la pesca delle alici risulta, nel corso dei secoli, l’attività più diffusa fra i suoi abitanti. I cetaresi, pescatori esperti, si tramandano di generazione in generazione un tradizionale metodo di salatura delle alici e conservazione sott’olio.
Zona di Produzione: Valle Peligna Tipologia: Vino bianco. Esposizione: Sud/Est. Suolo: Argilloso e molto ricco di bianchi ciottoli calcarei. Altitudine: 400 m s.l.m. Sistema di allevamento: Filari a singolo cordone speronato. Produzione media per ettaro: 35/40 q.li. Vendemmia: Manuale, realizzata entro fine Settembre, usando cassette di piccole dimensioni, in modo che l’uva pervenga integra in cantina. Vinificazione: In purezza, fermentazione spontanea in botti di acciaio, con macerazione della durata di poche ore. Affinamento: circa 6 mesi in bottiglia.
A Cetara, la pesca delle alici risulta, nel corso dei secoli, l’attività più diffusa fra i suoi abitanti. I cetaresi, pescatori esperti, si tramandano di generazione in generazione un tradizionale metodo di salatura delle alici e conservate in olio. Nello specifico le alici vengono messe in olio extravergine d’oliva Torretta.
Zona di Produzione: Valle Peligna Tipologia: Vino rosato. Processo: Maturazione in acciaio per almeno 5 mesi. Esposizione: Sud/Est. Suolo: Argilloso e molto ricco di ciottoli silico-calcarei. Altitudine: 400 m s.l.m. Sistema di allevamento: Filari a cordone speronato. Produzione media per ettaro: 40/50 q.li. Vendemmia: Prima metà del mese di ottobre. Vinificazione: Fermentazione spontanea in botti di acciaio con macerazione di circa 1 giorno.
Zona di Produzione: Valle Peligna Tipologia: Vino rosso. Processo (mesi): Botti di acciao (24); botti di rovere di Slavonia e francese (24); bottiglia (6). Esposizione: Sud/Est. Suolo: Argilloso e molto ricco di ciottoli silico-calcarei. Altitudine: 400 m slm. Sistema di allevamento: Filari a cordone speronato. Produzione media per ettaro: 40/50 q.li. Vendemmia: Prima metà del mese di ottobre. Vinificazione: Fermentazione spontanea in botti di acciaio con macerazione di circa 12 giorni.
La pesca delle Alici a Cetara, secondo la tradizione inizia a fine marzo, le alici appena pescate vengono “scapezzate” (tolta la testa e le interiora) e disposte all’interno del Terzigno a strati, testa e coda ogni strato di Alici è ricoperto di sale. Si prosegue con questa tecnica fino a ricoprire il terzino, alla fine si chiude questo contenitore con un coperchio di legno (compagno) pressato da una pietra. Alla fine del processo di maturazione all’incirca10 mesi si fa un foro sotto il Terzigno da dove, goccia a goccia cola il prezioso estratto di Alici.
Zona di Produzione: Valle Peligna Tipologia: Vino rosso. Processo (mesi): Botti di acciao (36); botti di rovere di Slavonia e francese (36); bottiglia (8). Esposizione: Sud/Est. Suolo: Argilloso e molto ricco di ciottoli silico-calcarei. Altitudine: 400 m slm. Sistema di allevamento: Filari a cordone speronato. Produzione media per ettaro: 40/50 q.li. Vendemmia: Prima metà del mese di ottobre. Vinificazione: Fermentazione spontanea in botti di acciaio con macerazione di circa 12 giorni.
Prodotto dolciario tipico della tradizione culinaria di Monte Sant’Angelo (Foggia) - Sito UNESCO del Gargano. L’ostie ripiene sono un ottimo croccante realizzato con pochi e gustosi ingredienti. Per l'ostia, solo farina 00 e acqua. Per il ripieno: Miele Millefiori, limone, mandorle pugliesi, zucchero e cannella. Si narra che questo dolce sia nato casualmente grazie alle monache del Monastero della Trinità di Santa Chiara. Le monache, mentre preparavano l’impasto per le ostie della Comunione, fecero cadere casualmente delle mandorle nell’impasto di miele caldo; per raccoglierle, utilizzarono proprio pezzi di ostie. Le mandorle si attaccarono immediatamente all’ostia, formando un unico composto. Da quel giorno, il dolce si diffuse nei vari monasteri del paese e nei pressi dei limitrofi. Rientrano a pieno titolo nei prodotti a marchio STG (Specialità tradizionale garantita). Una vera bontà!