I pomodorini gialli del Piennolo DOP crescono nelle aree protette del Parco Nazionale del Vesuvio. Si raccolgono tra luglio ed agosto e si raggruppano in piennoli, grappoli interi sistemati su un filo di canapa legato a cerchio, conservato in luoghi asciutti e ventilati.
Zona di Produzione: Manduria Tipo vino: Vino rosato. Composizione terreno: Substrato di roccia calcarea tufacea fessurata. Sistema allevamento: Alberello. Resa per ettaro: 40 hl. Età del vigneto: 40 anni. Vendemmia: Manuale in cassetta, fine agosto. Vinificazione: Si compie nell’arco di 10 ore dalla vendemmia. La fermentazione si svolge a basse temperature. Affinamento: 7 mesi in acciaio.
Le peculiarità del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio sono la elevata consistenza della buccia, la forza di attaccatura al “peduncolo”, l’alta concentrazione di zuccheri, acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione durante la quale nessuna delle sue qualità organolettiche subisce alterazioni. Tali peculiarità sono profondamente legate ai fattori pedoclimatici tipici dell’area geografica in cui il pomodorino è coltivato dove i suoli, di origine vulcanica, sono costituiti da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso vulcanico Somma-Vesuvio.
La morfologia dei suoli, quindi, è quella tipica che si riscontra lungo le pendici del cono vesuviano ed è caratterizzata da tessitura sabbiosa, che rende i terreni molto sciolti e drenati. La Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.) “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio” è riservata ai pomodori che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal Disciplinare di produzione.
Zona di Produzione: Manduria Tipo vino: Vino rosso. Composizione terreno: Substrato di roccia calcarea tufacea fessurata. Sistema allevamento: Alberello. Resa per ettaro: 40 q.li. Età del vigneto: 40/50 anni. Vendemmia: Manuale in cassetta, metà settembre. Affinamento: Acciaio 11 mesi, barriques 15 mesi (20% barriques nuove, 40% barriques di tre, quattro anni, 40% barriques di cinque anni).
Zona di Produzione: Manduria Tipo vino: Vino rosso. Composizione terreno: Substrato di roccia calcarea tufacea fessurata. Sistema allevamento: Alberello. Resa per ettaro: 40 hl. Età del vigneto: 40 anni. Vendemmia: Manuale in cassetta, metà settembre. Affinamento: 24 mesi in acciaio, 36 mesi in barriques (12mesi in barriques da 225l e 24mesi in barriques da 114l). Numero bottiglie: 2.000
Zona di Produzione: Manduria Tipo vino: Vino rosso dolce. Composizione terreno: Substrato di roccia calcarea tufacea fessurata. Sistema allevamento: Alberello. Resa per ettaro: 35 hl. Età del vigneto: 40 anni. Vendemmia: Manuale in cassetta, metà settembre. Vinificazione: La macerazione avviene a temperatura controllata in silos d’acciaio e la fase di maturazione dei vini avviene in barriques per un periodo di tempo non inferiore a 12 mesi. Affinamento: 12 mesi in acciaio. Segni particolari: Il prolungato appassimento delle uve sulla pianta, fino al 15 settembre, consente al vino di mantenere una dolcezza straordinaria.
Zona di Produzione: Manduria Tipo vino: Vino rosso dolce. Composizione terreno: Substrato di roccia calcarea tufacea fessurata. Sistema allevamento: Alberello. Resa per ettaro: 20 hl. Età del vigneto: 90 anni. Vendemmia: Manuale in cassetta, inizio settembre. Vinificazione: L’appassimento in fruttaio deumidificato e ventilato permette la disidratazione degli acini e il trasferimento al vino di forti note di frutto rosso maturo. Affinamento: 12 mesi in acciaio. Segni particolari: E’ ottenuto solo in particolari annate asciutte che permettono di prolungare l’appassimento fino ai primi giorni di ottobre.
Prodotto dolciario tipico della tradizione culinaria di Monte Sant’Angelo (Foggia) - Sito UNESCO del Gargano. L’ostie ripiene sono un ottimo croccante realizzato con pochi e gustosi ingredienti. Per l'ostia, solo farina 00 e acqua. Per il ripieno: Miele Millefiori, limone, mandorle pugliesi, zucchero e cannella. Si narra che questo dolce sia nato casualmente grazie alle monache del Monastero della Trinità di Santa Chiara. Le monache, mentre preparavano l’impasto per le ostie della Comunione, fecero cadere casualmente delle mandorle nell’impasto di miele caldo; per raccoglierle, utilizzarono proprio pezzi di ostie. Le mandorle si attaccarono immediatamente all’ostia, formando un unico composto. Da quel giorno, il dolce si diffuse nei vari monasteri del paese e nei pressi dei limitrofi. Rientrano a pieno titolo nei prodotti a marchio STG (Specialità tradizionale garantita). Una vera bontà!