I pomodorini gialli del Piennolo DOP crescono nelle aree protette del Parco Nazionale del Vesuvio. Si raccolgono tra luglio ed agosto e si raggruppano in piennoli, grappoli interi sistemati su un filo di canapa legato a cerchio, conservato in luoghi asciutti e ventilati.
Le peculiarità del Pomodorino del Piennolo del Vesuvio sono la elevata consistenza della buccia, la forza di attaccatura al “peduncolo”, l’alta concentrazione di zuccheri, acidi e altri solidi solubili che lo rendono un prodotto a lunga conservazione durante la quale nessuna delle sue qualità organolettiche subisce alterazioni. Tali peculiarità sono profondamente legate ai fattori pedoclimatici tipici dell’area geografica in cui il pomodorino è coltivato dove i suoli, di origine vulcanica, sono costituiti da materiale piroclastico originato dagli eventi eruttivi del complesso vulcanico Somma-Vesuvio.
La morfologia dei suoli, quindi, è quella tipica che si riscontra lungo le pendici del cono vesuviano ed è caratterizzata da tessitura sabbiosa, che rende i terreni molto sciolti e drenati. La Denominazione d’Origine Protetta (D.O.P.) “Pomodorino del Piennolo del Vesuvio” è riservata ai pomodori che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal Disciplinare di produzione.
Zona di Produzione: Canale, Vezza e Priocca Tipo vino: Vino bianco. Tipologia Terreno: Soffici e calcarei. Sistema allevamento: Guyot. Altitudine: 250-300 m. s.l.m. Vendemmia: Prima metà di settembre. Vinificazione: Acciaio. Affinamento: In acciaio, sui lieviti fino a marzo dell anno successivo
Ettari vitati: 4 ha. Resa per ettaro: 9.000 Kg/ha.
Vendemmia: Inizio ottobre.
Vinificazione: Dopo la raccolta, la vinificazione si protrae per circa 15 giorni e successivamente inizia un breve periodo di affinamento: il 70% in contenitori inox e il restante 30% in rovere per circa 5/6 mesi.
Tipo vino: Vino rosso. Tipologia Terreno: Argilloso calcareo. Sistema allevamento: Guyot. Altitudine: 350 m. s.l.m. Resa per ettaro: 8 ton. Vendemmia: Metà ottobre. Vinificazione: Le uve fermentano con la classica tecnica piemontese che prevede una macerazione sulle bucce di almeno 15 giorni. Finita la fermentazione il vino viene svinato e posto in barriques dove avviene la fermentazione malolattica e dove rimane per un periodo di affinamento della durata di circa sei mesi.