Dalla sfida con la moglie Luciana nasce una giardiniera come quella della nonna: gli ingredienti della tradizione con aggiunta di sedano e cipolla bianca, addolciti dall’olio extra vergine d’oliva.
Una ricetta versatile, ideale per un aperitivo sfizioso o per ingolosire un antipasto di salumi e formaggi della tradizione. Accompagna egregiamente anche i secondi a base di pesce, come l’orata al forno. Anche per gli amanti delle insalate, può essere quella nota in più che trasformerà il piatto in un’opera del gusto.
Peperoni, finocchi, cavolfiori e carote conditi soltanto con aceto, zucchero, sale e spezie. Senza acido citrico, conservanti e solforosa, la Giardiniera di Morgan conserva intatto tutto il gusto delle verdure appena colte dall’orto.
Versatilissima, la Giardiniera di Morgan si può usare per arricchire insalate specialmente quella di riso, va bene come contorno e viene utilizzata per preparare piatti speciali come il maialino rosato, i gamberi al vapore, i nervetti di vitello e piatti a base di pollo. Sono le ricette in agrodolce della Giardiniera di Morgan, una tradizione di famiglia sempre attuale e ricca di delizie culinarie.
Una melanzana come non si è mai vista, la protagonista di questa nuova ricetta che racchiude in sé il sole della Basilicata. Soda e croccante, è interpretata da Morgan in una ricetta pulita e leggera che contrasta il retrogusto pungente, leggermente amarognolo e agrumato con le tipiche note agrodolci delle sue lavorazioni.
In realtà tutte le cose buone sono nate per sbaglio. Era il 1995 quando, esagerando nella preparazione del nostro nocino, aumentammo la percentuale di alcol, sperando che sarebbe stato pronto prima (dei famosi 6 mesi). In realtà a distanza di molti mesi era ancora troppo alcolico da bere. Con l’aiuto di un caro amico abruzzese si è cercato di correggerlo ed il risultato è stato incredibile, tanto che si è dovuto ripeterlo negli anni successivi. Naturalmente è prodotto per noi e in esclusiva da un liquorificio artigianale abruzzese, rispettando la formula e la materia prima iniziale.
L’artigianalità del prodotto si evince dalla forma del tutto irregolare di ogni singola orecchietta e dalla lenta e naturale essiccazione (più di 24 ore,mentre per la pasta industriale bastano anche 6 ore e non è facile da digerire). La nostra pasta, la medesima utilizzata da Pietro Zito nel suo ristorante, ha un lungo tempo di cottura (circa 18 minuti) a vantaggio della bontà del prodotto, resta sempre al dente, possiede un’ottima tenuta con i sughi e grande capacità di amalgamarsi con tutte le verdure. Dopo averle mangiate capirete il perché abbiamo scelto e selezionato e continuiamo a servire questo grande prodotto.
Sono prodotte per noi da un piccolissimo laboratorio. L’artigianalità di queste orecchiette si evince dalla forma del tutto irregolare di ogni singolo pezzo di pasta e dalla lenta e naturale essiccazione (più di 24 ore, mentre per una pasta industriale possono bastare anche 6 ore ma digerirla non è facile). La nostra pasta, la medesima utilizzata da Pietro Zito nel suo ristorante, ha un lungo tempo di cottura (circa 18 minuti) a vantaggio della bontà del prodotto, resta sempre al dente, possiede un’ottima tenuta con i sughi e grande capacità di amalgamarsi con tutte le verdure. Dopo averle mangiate capirete il perché abbiamo scelto e selezionato e continuiamo a servire questo grande prodotto.
La forma irregolare del tarallo è la prima evidenza dell’artigianalità del prodotto per cui realmente ognuno di essi viene legato uno per uno a mano. Il segreto della sua bontà, invece, risiede nel suo ingrediente principe, l’olio extravergine di oliva coratina. Grazie ad esso il tarallo assume una colorazione dorata dovuta al punto fumo classico dell’olio extravergine di oliva (la colorazione bianca del tarallo, al contrario, evidenzia con certezza la presenza di altri tipi di olio, non extravergine). I nostri taralli sono impastati solo con olio extravergine (quasi 300gr. per kg.di farina) e vino bianco senza alcuna aggiunta di acqua. La maggiore quantità di olio lo rende in assoluto più buono, ma sua lavorazione diventa più difficile. La bollitura del prodotto (scaldatelli) avviene ancora come si faceva una volta, ovvero attraverso l’uso di un bollitore tradizionale.