Zona di Produzione: Oltrepò Pavese Tipo vino: Vino Spumante Brut bianco. Tipologia Terreno: Argilloso. Altitudine: 150 m. s.l.m. Età media del vigneto: 20 anni. Resa: 80 q.li/ha. Vendemmia: A giusta maturazione (ultima settimana di agosto). Vinificazione: Pressatura soffice, con illimpidimentostatico a 10°C, seguito da fermentazione a temp. controllata con lieviti selezionati. Rifermentazione a basse temperature in autoclave, seguito da un lungo affinamento sui lieviti, non inferiore a 7-8 mesi. Metodo Martinotti lungo.
Zona di Produzione: Oltrepò Pavese Tipo vino: Vino Spumante Metodo Classico Extra Brut bianco. Tipologia Terreno: Composizione tipo misto tendente al calcareo argilloso. Sistema di allevamento: Spalliera e Guyot. Altitudine: 150/300 m. s.l.m. Età media del vigneto: 20 anni. Produzione e resa uva: 100 q.li/ha e 60 hl/ha. Vendemmia: A giusta maturazione (ultima settimana di agosto). Vinificazione: In bianco attraverso spremitura soffice e progressiva delle uve.La fermentazione con l’aggiunta di lieviti selezionati a 18° C avviene in vasche d’acciaio inox. Maturazione: La seconda fermentazione avviene in bottiglia seguita da minimo 24 mesi di sosta sui lieviti. Successivamente sosta 3 mesi in bottiglia.
Zona di Produzione: Oltrepò Pavese Tipo vino: Vino Spumante Metodo Classico Extra Brut rosè. Tipologia Terreno: Composizione tipo misto tendente al calcareo argilloso. Sistema di allevamento: Spalliera e Guyot. Altitudine: 150/300 m. s.l.m. Età media del vigneto: 20 anni. Produzione e resa uva: 100 q.li/ha e 60 hl/ha. Vendemmia: A giusta maturazione (ultima settimana di agosto). Vinificazione: In rosa, spremitura soffice e progressiva delle uve volta ad ottenere un mosto-fiore rosato. La fermentazione con l’aggiunta di lieviti selezionati a 17-19° C avviene in vasche d’acciaio inox. Maturazione: La seconda fermentazione avviene in bottiglia seguita da minimo 18 mesi di sosta sui lieviti. Successivamente sosta 3 mesi in bottiglia.
Tipo vino: Vino abboccato frizzante. Tipologia Terreno: Calcareo argilloso. Allevamento: Controspalliera. Altitudine: 230 m. s.l.m. Esposizione: Sud-Ovest. Età media del vigneto: 20 anni. Resa: 10.000 kg/ha. Vendemmia: Settembre. Vinificazione: Macerazione a contatto delle bucce, prima leggera fermentazione e successiva rifermentazione in autoclave per la presa di spuma ad una temperatura controllata (16-18° C). Affinamento: Nessun affinamento, vino giovane.
Tipo vino: rosato frizzante. Tipologia Terreno: Calcareo argilloso. Allevamento: Controspalliera. Altitudine: Dai 150 ai 250 m. s.l.m. Esposizione: Nord-Est. Età media del vigneto: 18 anni. Resa: 10.000 kg/ha. Vendemmia: Da metà a fine Agosto. Vinificazione: Dopo la diraspo-pigiatura si lascia il mosto a contatto con le bucce per 24 ore al termine delle quali si procede alla separazione delle parti solide dalle liquide. Segue illimpidimento e fermentazione controllata. La seconda fermentazione avviene in autoclave ad una temperatura controllata (17°C). Affinamento: Nessun affinamento, vino giovane.
Tipo vino: Vino bianco frizzante. Tipologia Terreno: Calcareo argilloso. Allevamento: Controspalliera. Altitudine: Dai 150 ai 250 m. s.l.m. Esposizione: Nord-Est. Età media del vigneto: 20 anni. Resa: 10.000 kg/ha. Vendemmia: Da metà a fine Agosto. Vinificazione: Pressatura soffice, chiarifica statica a 10°C, seguita da fermentazione a temperatura controllata. La seconda fermentazione, per la presa di spuma, avviene in autoclave a temperatura controllata. Affinamento: Nessun affinamento, vino giovane.
In realtà tutte le cose buone sono nate per sbaglio. Era il 1995 quando, esagerando nella preparazione del nostro nocino, aumentammo la percentuale di alcol, sperando che sarebbe stato pronto prima (dei famosi 6 mesi). In realtà a distanza di molti mesi era ancora troppo alcolico da bere. Con l’aiuto di un caro amico abruzzese si è cercato di correggerlo ed il risultato è stato incredibile, tanto che si è dovuto ripeterlo negli anni successivi. Naturalmente è prodotto per noi e in esclusiva da un liquorificio artigianale abruzzese, rispettando la formula e la materia prima iniziale.
L’artigianalità del prodotto si evince dalla forma del tutto irregolare di ogni singola orecchietta e dalla lenta e naturale essiccazione (più di 24 ore,mentre per la pasta industriale bastano anche 6 ore e non è facile da digerire). La nostra pasta, la medesima utilizzata da Pietro Zito nel suo ristorante, ha un lungo tempo di cottura (circa 18 minuti) a vantaggio della bontà del prodotto, resta sempre al dente, possiede un’ottima tenuta con i sughi e grande capacità di amalgamarsi con tutte le verdure. Dopo averle mangiate capirete il perché abbiamo scelto e selezionato e continuiamo a servire questo grande prodotto.
Sono prodotte per noi da un piccolissimo laboratorio. L’artigianalità di queste orecchiette si evince dalla forma del tutto irregolare di ogni singolo pezzo di pasta e dalla lenta e naturale essiccazione (più di 24 ore, mentre per una pasta industriale possono bastare anche 6 ore ma digerirla non è facile). La nostra pasta, la medesima utilizzata da Pietro Zito nel suo ristorante, ha un lungo tempo di cottura (circa 18 minuti) a vantaggio della bontà del prodotto, resta sempre al dente, possiede un’ottima tenuta con i sughi e grande capacità di amalgamarsi con tutte le verdure. Dopo averle mangiate capirete il perché abbiamo scelto e selezionato e continuiamo a servire questo grande prodotto.
La forma irregolare del tarallo è la prima evidenza dell’artigianalità del prodotto per cui realmente ognuno di essi viene legato uno per uno a mano. Il segreto della sua bontà, invece, risiede nel suo ingrediente principe, l’olio extravergine di oliva coratina. Grazie ad esso il tarallo assume una colorazione dorata dovuta al punto fumo classico dell’olio extravergine di oliva (la colorazione bianca del tarallo, al contrario, evidenzia con certezza la presenza di altri tipi di olio, non extravergine). I nostri taralli sono impastati solo con olio extravergine (quasi 300gr. per kg.di farina) e vino bianco senza alcuna aggiunta di acqua. La maggiore quantità di olio lo rende in assoluto più buono, ma sua lavorazione diventa più difficile. La bollitura del prodotto (scaldatelli) avviene ancora come si faceva una volta, ovvero attraverso l’uso di un bollitore tradizionale.