Il Pinot Nero “Semel Pater” è un vino rosso elegante, delicato e speziato della Val d’Aosta maturato in barrique per circa 15 mesi. Il bouquet è elegante e raffinato, ricco di spezie delicate di pepe e chiodi di garofano unite a nuance di ciliegie e frutti rossi. Il sorso è corposo, lungo e lineare, dotato di tannini carezzevoli e molto delicati.
L’utilizzo del legno durante la fase di invecchiamento di un vino rosso è, per ogni viticoltore che si rispetti, una vera e propria sfida. Bisogna infatti ricercare la formula esatta per esaltare l’uva utilizzata, non snaturandone mai le caratteristiche principali, ma anzi cercando sempre di esaltarle. Esempio perfetto di tale pratica ci viene fornito dal “Semel Pater”, Pinot Nero Elevé en Fut de Chene con cui Giorgio Anselmet realizza un prodotto in cui aromi terziari e primari si fondono alla perfezione, regalandoci una beva equilibrata e vigorosa. La bottiglia ideale per approcciarsi ai vini rossi della Valle d’Aosta.
Azienda vinicola: Anselmet Uve: Riesling Regione: Italia / Valle d'Aosta Stili vinicoli: Bianco Italia Settentrionale Gradazione alcolica: 12.5% Allergeni: Contiene solfiti Note di degustazione: Giallo paglierino intenso e vivo. Profumi spiccati di agrume e sensazioni minerali. L’olfatto in gioventù è riservato, quasi trattenuto, per poi esplodere nell’evoluzione secondo un’abitudine tipica del Riesling. Palato luminoso, pieno di succo, invitante per la vibrante acidità che s’insinua tra le papille: il gusto viene condotto a un vertice di contrasto, conferendogli il sapore di una mineralità esclusiva (pietra focaia, roccia, graniti). Finale lunghissimo.
In realtà tutte le cose buone sono nate per sbaglio. Era il 1995 quando, esagerando nella preparazione del nostro nocino, aumentammo la percentuale di alcol, sperando che sarebbe stato pronto prima (dei famosi 6 mesi). In realtà a distanza di molti mesi era ancora troppo alcolico da bere. Con l’aiuto di un caro amico abruzzese si è cercato di correggerlo ed il risultato è stato incredibile, tanto che si è dovuto ripeterlo negli anni successivi. Naturalmente è prodotto per noi e in esclusiva da un liquorificio artigianale abruzzese, rispettando la formula e la materia prima iniziale.
L’artigianalità del prodotto si evince dalla forma del tutto irregolare di ogni singola orecchietta e dalla lenta e naturale essiccazione (più di 24 ore,mentre per la pasta industriale bastano anche 6 ore e non è facile da digerire). La nostra pasta, la medesima utilizzata da Pietro Zito nel suo ristorante, ha un lungo tempo di cottura (circa 18 minuti) a vantaggio della bontà del prodotto, resta sempre al dente, possiede un’ottima tenuta con i sughi e grande capacità di amalgamarsi con tutte le verdure. Dopo averle mangiate capirete il perché abbiamo scelto e selezionato e continuiamo a servire questo grande prodotto.
Sono prodotte per noi da un piccolissimo laboratorio. L’artigianalità di queste orecchiette si evince dalla forma del tutto irregolare di ogni singolo pezzo di pasta e dalla lenta e naturale essiccazione (più di 24 ore, mentre per una pasta industriale possono bastare anche 6 ore ma digerirla non è facile). La nostra pasta, la medesima utilizzata da Pietro Zito nel suo ristorante, ha un lungo tempo di cottura (circa 18 minuti) a vantaggio della bontà del prodotto, resta sempre al dente, possiede un’ottima tenuta con i sughi e grande capacità di amalgamarsi con tutte le verdure. Dopo averle mangiate capirete il perché abbiamo scelto e selezionato e continuiamo a servire questo grande prodotto.
La forma irregolare del tarallo è la prima evidenza dell’artigianalità del prodotto per cui realmente ognuno di essi viene legato uno per uno a mano. Il segreto della sua bontà, invece, risiede nel suo ingrediente principe, l’olio extravergine di oliva coratina. Grazie ad esso il tarallo assume una colorazione dorata dovuta al punto fumo classico dell’olio extravergine di oliva (la colorazione bianca del tarallo, al contrario, evidenzia con certezza la presenza di altri tipi di olio, non extravergine). I nostri taralli sono impastati solo con olio extravergine (quasi 300gr. per kg.di farina) e vino bianco senza alcuna aggiunta di acqua. La maggiore quantità di olio lo rende in assoluto più buono, ma sua lavorazione diventa più difficile. La bollitura del prodotto (scaldatelli) avviene ancora come si faceva una volta, ovvero attraverso l’uso di un bollitore tradizionale.