Zona di Produzione: Zona Montecchia di Crosara Tipologia: Vino dolce rosso. Altitudine: 450 m. s.l.m. Esposizione: Est. Sistema di allevamento: Pergola monolaterale – Guyot. Tipologia terreno: Ricco di scheletro e prevalentemente calcareo. Raccolta: Seconda metà di settembre, raccolta manuale in apposite cassette. Vinificazione: L’uva viene pigiata dopo un lungo appassimento di 5-6 mesi in fruttaio, dove si disidrata concentrando le proprie sostanze zuccherine e fenoliche. Il mosto che si ottiene termina la fermentazione in barrique, dove il vino rimane a contatto con i propri lieviti sino all’imbottigliamento, per un periodo di circa 10–12 mesi.
Zona di Produzione: Pantelleria (Tp) Tipo vino: Vino passito. Vitigno: Moscato d’Alessandria in purezza. Vinificazione: L’uva la cui raccolta avviene dopo la metà di agosto, viene fatta appassire naturalmente al sole su appositi stenditori in prossimità di muretti di pietra lavica. La fermentazione avviene macerando l’uva passa ottenuta aggiunta a del mosto di uve extramature fresche. Zuccheri: 13.5%
Zona di Produzione: Fraz. Annunziata Castagnole Lanze (Asti) Tipo vino: Vino dolce bianco. Tipologia Terreno: Argilloso - calcareo. Sistema allevamento: Guyot. Altitudine: 300 m. s.l.m. Resa per ettaro: 90 q.li. Vendemmia: Inizio settembre, manuale. Vinificazione: Le uve vengono pressate delicatamente e il mosto fiore così ottenuto viene conservato in vasche frigorifere ( -1,5 °C e 0 ° alcool) fino al momento dell’elaborazione in autoclave. La presa di spuma avviene a temperatura controllata e con l’ausilio di lieviti selezionati fino al raggiungimento di 5 ° alcool. Successivamente il vino viene filtrato ed imbottigliato.
Era era sul finire dell'800 quando Giuseppe Cappellano, farmacista di Serralunga d’Alba con bottega a Torino, mise a punto la ricetta originale del Barolo Chinato, proponendo come “lenimento medicamentoso e antimalarico” quello che presto sarebbe diventato uno dei classici dell’enologia italiana.
Era era sul finire dell'800 quando Giuseppe Cappellano, farmacista di Serralunga d’Alba con bottega a Torino, mise a punto la ricetta originale del Barolo Chinato, proponendo come “lenimento medicamentoso e antimalarico” quello che presto sarebbe diventato uno dei classici dell’enologia italiana.