Miscela di arabiche africane. Torna al mondo la miscela di caffè d'Africa che Giovanni Erbisti nel 1953 chiamò "Afribon". Dal gusto cremoso, estremo e facile. Un caffè che riempie la bocca, per niente difficile, da godersi appieno ogni giorno.
La foresta, nel sud dell’India, ha prodotto il caffè che abbiamo atteso da sempre: Chickmagalùr Karnataka. E’ il coltivato di una varietà d’Arabica, che è l’unica piantagione del villaggio di Magalùr, a 1.100 metri di altitudine. Viene raccolto a mano. Chickmagalùr in tazza dilata e supera i confini dell’universo sensoriale finora conosciuto. Espresso in maniera compiuta, è più che denso di struttura e corpo. Persistente cacao e cioccolato oltre i limiti del ricordo.
Adatto per chi non tollera la caffeina. Miscela di arabica decaffeinizzata in modo naturale, con lavatura ad acqua, selezionate e torrefatte da Gianni Frasi, da bere sempre. Nonostante il processo di decaffeinizzazione, è un caffè che non fa rimpiangere quelli più "integri". Caffeina non superiore a 0,10 su 100 parti di sostanza secca.
Extra bold sublima. Attraverso la cura dei migliori grani di Mysore Plantation A, questo caffè esalta le caratteristiche estreme del più aureo Arabica d’altura della Penisola indiana. Nella regione di Karnataka (ex Mysore) da un quarto di secolo, a 1.300 metri di altitudine, alcuni produttori coltivano, raccolgono e scelgono a mano questo caffè rarefatto. Espresso in maniera compiuta in tazza è intenso e cremoso. Profuma. Il primo impatto è strano, dolce e fragrante. La persistente sensazione che lascia in bocca è inesprimibile. Oro ad oriente. Da bere al pomeriggio. Profuma di frutta ed incenso.
Da bere di mattina o di pomeriggio. Arabica naturale del Brasile coltivato nell’area di Cerrado, ad ovest di San Paolo, in una cittadina collinare che si chiama Montecarmelo. Qui, a 700 metri di altitudine, il terreno sabbioso dà una resa minore nel raccolto e un estremo risultato qualitativo. Piove molto raramente, il caffè cresce e matura sano con un’essiccazione perfetta. Ha un aspetto splendido. In tazza il profumo è pungente di noci fresche e miele. Straordinario per un Santos: ha corpo pieno. E’ dolce e cioccolatoso. La selezione estrema!
Prodotto dolciario tipico della tradizione culinaria di Monte Sant’Angelo (Foggia) - Sito UNESCO del Gargano. L’ostie ripiene sono un ottimo croccante realizzato con pochi e gustosi ingredienti. Per l'ostia, solo farina 00 e acqua. Per il ripieno: Miele Millefiori, limone, mandorle pugliesi, zucchero e cannella. Si narra che questo dolce sia nato casualmente grazie alle monache del Monastero della Trinità di Santa Chiara. Le monache, mentre preparavano l’impasto per le ostie della Comunione, fecero cadere casualmente delle mandorle nell’impasto di miele caldo; per raccoglierle, utilizzarono proprio pezzi di ostie. Le mandorle si attaccarono immediatamente all’ostia, formando un unico composto. Da quel giorno, il dolce si diffuse nei vari monasteri del paese e nei pressi dei limitrofi. Rientrano a pieno titolo nei prodotti a marchio STG (Specialità tradizionale garantita). Una vera bontà!
La fava autoctona di Carpino è considerata una vera eccellenza gastronomica del Parco del Gargano. L'Azienda Agricola Cannarozzi, situata nella parte settentrionale e non costiera del Promontorio del Gargano, nel comune di Carpino a 147 metri sul livello del mare, produce le fave autoctone di Carpino, coltivate e raccolte come un tempo. In questo territorio, la coltivazione di questo legume trova le condizioni ideali. I metodi culturali, insieme al microclima e alle caratteristiche chimico-fisiche del terreno della piana di Carpino, argillosi e calcarei, ne conferiscono caratteristiche di assoluta inconfondibilità. Questa, infatti, presenta una buccia sottile, molto friabile, con polpa dal gusto ed aroma intenso, con un elevato contenuto di sali minerali, antiossidanti, in particolare dopamina, sostanza che svolge un ruolo importantissimo sul sistema nervoso.
La fava autoctona di Carpino è considerata una vera eccellenza gastronomica del Parco del Gargano. L'Azienda Agricola Cannarozzi, situata nella parte settentrionale e non costiera del Promontorio del Gargano, nel comune di Carpino a 147 metri sul livello del mare, produce le fave autoctone di Carpino, coltivate e raccolte come un tempo. In questo territorio, la coltivazione di questo legume trova le condizioni ideali. I metodi culturali, insieme al microclima e alle caratteristiche chimico-fisiche del terreno della piana di Carpino, argillosi e calcarei, ne conferiscono caratteristiche di assoluta inconfondibilità. Questa, infatti, presenta una buccia sottile, molto friabile, con polpa dal gusto ed aroma intenso, con un elevato contenuto di sali minerali, antiossidanti, in particolare dopamina, sostanza che svolge un ruolo importantissimo sul sistema nervoso.